“Per non sbagliare lascio i soldi sul conto corrente!”

Quante volte abbiamo sentito pronunciare questa frase: viviamo in un mondo complesso, pieno di insidie che minacciano i nostri risparmi e spesso la reazione automatica è accumulare liquidità sul conto corrente.

Oggi 31 Ottobre, in occasione della Giornata Mondiale del Risparmio, analizziamo la situazione a livello italiano. Dall’ultima rilevazione condotta da “Il Sole 24 Ore” a marzo 2022 la liquidità delle famiglie italiane sui conti correnti sale a quota 1.174 miliardi. Nel grafico sottostante vediamo l’andamento degli ultimi anni:

A cosa è dovuto questo andamento??.

Le principali motivazioni alla base di questo trend sono essenzialmente due:

  • Periodo di incertezza generale: come detto, stiamo vivendo un periodo storico particolare e i risparmi vengono mantenuti e accumulati con l’idea di conservarli per far fronte ad eventuali emergenze

  • Livello di educazione finanziaria particolarmente basso a livello italiano: secondo una recente analisi condotta da Standard and Poor’s e Banca Mondiale, l’Italia è il 63° Paese al mondo per conoscenza nei meccanismi finanziari da parte della popolazione. Nella penisola solo il 37% degli adulti ha delle conoscenze almeno minime di finanza, contro un tasso di alfabetizzazione del 66% in Germania e del 67% in Francia.

Si registra inoltre una scarsa propensione degli italiani a perseguire obiettivi finanziari a lungo termine: solo il 27% degli intervistati concorda con l’affermazione “Ho fissato obiettivi finanziari a lungo termine e mi sforzo di raggiungerli”, la percentuale più bassa dell’area OCSE.

Ma siamo sicuri di fare la scelta giusta?

Come spesso accade la soluzione più facile non sempre è la più corretta. Procediamo con ordine e analizziamo insieme quali sono i principali svantaggi di lasciare troppi soldi sul conto corrente:

  • Inflazione → La liquidità lasciata sul conto corrente al momento è soggetta a una “tassa” indiretta: con il passare del tempo, l’inflazione riduce il potere d’acquisto, cioè la quantità di beni e servizi acquistabili col denaro, si tratta di un costo occulto ma ineludibile. Infatti, 1000 euro depositati sul conto corrente venti anni fa valgono oggi 588 euro in termini di potere di acquisto.

A ben vedere, queste considerazioni non impattano solo su chi tiene i soldi in un conto corrente ma sul denaro in generale. Conoscere questo concetto e scegliere forme di investimento che prevedano la possibilità di avere un rendimento annuo, rapportato alla nostra propensione al rischio, permette di attenuare o eliminare la perdita di potere di acquisto nel tempo.

  • Allocazione inefficiente del denaro Destinare parte del budget al risparmio è importante per far fronte a spese isolate (interventi di ristrutturazione, casa, auto, vacanze), ma mantenere liquidità per far fronte a emergenze che al momento non conosciamo, come spese sanitarie o terza età, è poco efficiente.  Valutare coperture assicurative che permettano di coprirsi dai principali rischi a fronte di un pagamento di un premio annuo è sicuramente un’opzione da valutare per un’allocazione più efficiente del denaro.

  • Fallimento della banca, il Rischio Bail-in Quando una banca entra in crisi, le attuali leggi prevedono che sia lo stesso istituto di credito a ripianare i debiti attingendo alle proprie risorse, il processo che in termini tecnici viene definito Bail-in. È previsto quindi un ordine gerarchico in base alla posizione all’interno della banca dei clienti e rispetto alla quale le persone vengono chiamate in causa nell’intervento. Tra i soggetti interessati possono esserci anche in ultima istanza i correntisti con depositi superiori ai 100mila euro.

  • Pignoramento del fisco L’agenzia delle entrate ha il potere di rendere inutilizzabile il conto corrente in situazione di pignoramento.

A livello individuale risparmiare è un’arte, ma dobbiamo tenere sempre a mente anche gli effetti che un’eccessiva liquidità sul conto corrente comporta. Sicuramente il conto corrente è un ottimo strumento che permette di essere facilmente accessibile, garantire flessibilità nei prelievi e nei versamenti e ci permette di non andare incontro a possibili perdite dovute ad un investimento.

Esistono però prodotti assicurativi e finanziari che garantiscono gli stessi vantaggi sopra citati, ma danno la possibilità di usufruire di un tasso di rendimento, rapportato alla propensione al rischio del soggetto. Inoltre le polizze vita risultano essere impignorabili e insequestrabili e non entrano nell’asse ereditario, di conseguenza non sono soggette all’imposta di successione.

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